Incontriamo Enzo Gragnaniello, il cui ultimo album contiene dodici brani che si muovono tra sonorità antiche e moderne e puntano dritte all'anima. Con la presenza di Raiz in "Misteriosamente" e Nino Buonocore in "Quale futuro vuoi".
Enzo Gragnaniello, dopo quattro anni, ritorna con Misteriosamente (etichetta Nar International/Fujente Music – distr. Self), un album di dodici tracce firmate, prodotte e arrangiate dallo stesso cantautore in cui, con il suo stile inconfondibile, mescola l’antico al moderno ed arriva dentro l’anima delle cose e dell’uomo. Le linfe vitali di Gragnaniello sono canzoni di amore e di rabbia, che musicisti di elevato calibro, tra i più noti del neapolitan power e non solo, hanno contribuito a rendere ancora più emozionanti. Un viaggio tra le vie tortuose dei sentimenti che in questo lavoro, come nei precedenti, non sono mai tiepidi ma sempre struggenti e, soprattutto, sinceri.
Ritorni al pubblico a quattro anni di distanza dal tuo ultimo album “Radici”. Anni in cui sono successe tante cose nel mondo. Cosa vuoi dire con “Misteriosamente”?
Voglio raccontare un viaggio nel mistero della vita, nella passione, nella voglia di vivere il mistero delle ansie. Un viaggio attraverso tutte le emozioni che si incontrano in questa esperienza terrena.
Come tu stesso racconti, in questo nuovo lavoro c’è l’amore e la rabbia, ma nelle tue canzoni non manca mai nemmeno la speranza.
Hai parlato di rabbia e speranza. La rabbia equivale alla terra che il contadino zappa e butta in aria, la speranza è il seme che va piantato. C’è rabbia, ma è costruttiva, un artista ha il compito di trasformare il veleno in qualcosa di nutriente per l’anima. Io cerco di trasmettere delle emozioni, gli strumenti musicali e i testi sono solo un mezzo per poterlo fare. Alla fine c’è un’alchimia che arriva alla parte più interna dell’uomo che è lo spirito il quale, a mio avviso, va nutrito con la poesia. In questo senso ho definito “Misteriosamente” un disco biologico perché è essenziale, privo di concimi, vuole arrivare all’anima.
Nel disco ci sono collaborazioni con Raiz e Buonocore, due artisti molto diversi in quanto a stile. Perché proprio loro ad accompagnarti in questa nuova avventura?
Intanto perché sono amici di cui ho molta stima. Dal punto di vista artistico io li vedo come strumenti: Raiz per esempio ha cantato una canzone molto struggente e passionale (la title track, n.d.r.) mentre per Buonocore una canzone delicata, “Quale futuro vuoi”, che aveva bisogno proprio della sua eleganza. Per me poi tutto è una questione di alchimia, le armonie devono arrivare al cuore di chi le ascolta. Le canzoni sono come i quadri, non si possono spiegare.
A proposito di canzoni, ha riproposto il brano “L’erba cattiva” che dava il titolo ad un tuo album del 2007. Chi o che cosa per te è l’erba cattiva oggi?
Tutti gli elementi della natura che hanno messo radici nella profondità. In questo caso può essere la mia città che, dopo millenni di usurpazione e contaminazione, continua a resistere. L’erba cattiva è intesa in senso positivo, è la gramigna che seppur tagliata continua a crescere. L’erba cattiva però è anche l’uomo con radici profonde nella terra e i rami rivolti al cielo.
L’ultimo brano del disco, si intitola “Il viaggio di un amico”, ed è dedicata a Pino Daniele, amico di una vita. È un brano strumentale, volutamente. Perché nessuna parola?
La musica è trasparente, invisibile, fatta di onde. Ho cercato di usare un linguaggio caratterizzato dall’assenza delle parole, che avevo già sperimentato in un mio disco dal titolo “Neapolis mantra”, proprio per arrivare alla parte essenziale. Io voglio comunicare a Pino i miei sentimenti, e le parole mi sembrano limitative.
E partito il tour, da quali musicisti sarai accompagnato e in cosa consisterà lo show?
I musicisti sono alcuni di quelli che hanno partecipato alla realizzazione del disco. In tour siamo un quartetto: Aniello Misto al basso, Marco Calingiuri alla batteria, Piero Gallo al mandolino ed io alla chitarra. Mi soffermo sul mandolino perché è molto particolare: produce dei suoni ancestrali ed è dotato di particolari pedali che lo fanno diventare visionario, rock. Poi è suonato dal bravissimo Piero Gallo. Le canzoni che proponiamo sono in buona parte quelle del disco nuovo, cui si affiancano alcune di quelle che ho scritto per Mia Martini ed altre dei dischi passati.
Per ulteriori informazioni, il sito di Enzo Gragnaniello è su questo link. e qui si trova il video di Misteriosamente.